Locale demolito da una recensione negativa che fa discutere
Quando si parla di Antonino Cannavacciuolo, l’immagine che viene subito in mente è quella di uno chef solare, simpatico e amatissimo dal pubblico televisivo. Da anni lo vediamo protagonista in programmi come Cucine da Incubo, O’ mare mio e soprattutto Masterchef Italia, dove, insieme a Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli, giudica i concorrenti con la sua consueta verve.

Al di là della TV, però, il cuore pulsante della carriera di Cannavacciuolo resta la sua Villa Crespi, ristorante e hotel di lusso affacciato sul Lago d’Orta, che gestisce con la moglie Cinzia Primatesta. Un luogo iconico della ristorazione italiana, insignito di tre Stelle Michelin e considerato tra i più esclusivi d’Europa. Eppure, proprio qui, è arrivata una recensione capace di demolire il locale sul piano dell’immagine.
La segnalazione della cliente: “Ci hanno fatto pagare dieci calici”
Una coppia ha scelto Villa Crespi per celebrare un anniversario importante. L’esperienza culinaria – raccontano – è stata di altissimo livello: piatti curati nei minimi dettagli, atmosfera elegante e la possibilità di vivere una serata unica. Nulla da eccepire, quindi, sulla cucina.
Il problema, però, è sorto al momento del servizio dei vini. La signora ha spiegato che lei e il marito avevano chiesto soltanto due calici, ma a ogni portata i camerieri e il sommelier portavano nuovi bicchieri. Alcuni restavano addirittura intatti, perché i due non li assaggiavano neppure. Alla fine della cena, la sorpresa: sul conto risultavano ben dieci calici addebitati, mai realmente richiesti.
Cucina promossa, servizio demolito dalla recensione
La recensione non mette minimamente in discussione la qualità dei piatti firmati Cannavacciuolo, giudicata eccezionale, ma ha demolito il servizio di sala, accusato di scarsa organizzazione e poca trasparenza.

In un ristorante stellato, sottolinea la cliente, l’ospite si aspetta non solo una proposta gastronomica di altissimo livello ma anche un servizio impeccabile, capace di accompagnare l’esperienza senza creare equivoci o fraintendimenti.
Un episodio isolato che fa riflettere
Per Antonino Cannavacciuolo, da anni simbolo di eccellenza e simpatia, si tratta probabilmente di un piccolo inciampo. Tuttavia, episodi simili dimostrano quanto sia fondamentale che in ristoranti di questo calibro la cura del cliente sia totale, dal primo piatto fino al momento del conto.
Un dettaglio può fare la differenza e, come dimostra questa vicenda, persino i grandi della cucina devono vigilare affinché l’esperienza rimanga indimenticabile non solo per ciò che arriva in tavola, ma anche per la qualità del servizio.





