A breve entreranno in vigore le nuove regole in relazione al blocco degli stipendi per alcuni dipendenti della Pubblica Amministrazione: tutto quello che c’è da sapere.
Il Governo è a lavoro per mettere a punto la nuova Legge di Bilancio. Nel frattempo, già a partire dal 1° gennaio del prossimo anno entreranno in vigore le nuove regole in relazione ai debiti con il Fisco che hanno trovato spazio nel testo della precedente Manovra.
Le nuove disposizione interessano i lavoratori della Pubblica Amministrazione che hanno un debito di oltre 5mila euro ed uno stipendio oltre una certa soglia. Per questi soggetti, i quali secondo le stime sarebbero circa 30mila, scatterà il blocco automatico dello stipendio che terrà sempre conto delle regole vigenti sul pignoramento di pensioni e stipendi.
La Legge di Bilancio 2025, approvata a dicembre dello scorso anno, contiene le nuove regole in relazione al blocco degli stipendi per determinati dipendenti della Pubblica Amministrazione che hanno contratto debiti e non hanno regolarizzato la propria posizione con il Fisco.
Nello specifico, secondo le nuove disposizioni, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026, i dipendenti del settore pubblico con un debito oltre la soglia dei 5mila euro ed una retribuzione mensile oltre i 2.500 euro lordi mensili subiranno il blocco degli emolumenti così da consentire il recupero delle somme dovute al Fisco. Secondo la legge in vigore, difatti, non è consentito pignorare oltre un settimo dello stipendio e somme superiori ad un decimo sulle altre tipologie di indennità dei lavoratori, come ad esempio la tredicesima.
Ad inviare la segnalazione sarà la stessa Pubblica Amministrazione che dovrà accertare i casi interessati e provvedere ad avviare la procedura di cui in seguito si occuperà il Fisco. Stando alle stime in merito, si parla di circa 30mila soggetti interessati sui 250mila totali. Il Governo ha voluto stabilire determinate soglie di reddito per il blocco degli stipendi in modo da coinvolgere una fascia di lavoratori che potesse sostenere la trattenuta e regolarizzare la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate.
Per fare un esempio, un lavoratore che ha una retribuzione netta di circa 3mila euro mensili netti e rientra tra i soggetti interessati subirà una trattenuta di 500 euro al mese che sarà imposta sino al totale recupero delle somme dovute. La procedura automatica, dunque, non prevede più il normale pignoramento, ma una trattenuta automatica successiva alla segnalazione al Fisco, così da accelerare le tempistiche.
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