Spray al peperoncino contro una bambina di 1 anno:un gesto terribile che sconvolge per la sua crudeltà e assurdità. Il video mostra l’episodio tragico che mette in luce quanto la follia umana non conosca limiti, generando indignazione e richiesta di giustizia.
Indignazione a Chicago segue uno scontro tra agenti della Polizia di Frontiera degli Stati Uniti e residenti nel quartiere di Little Village. Un padre ha denunciato che lui e la sua figlia di un anno sarebbero stati colpiti con spray al peperoncino nel parcheggio di un Sam’s Club a Cicero, durante l’Operazione Midway Blitz.
Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) nega l’uso di spray urticante in quell’area, ma un breve video circolato online ha alimentato le proteste e riacceso il dibattito sui limiti all’uso della forza nelle operazioni migratorie.
Rafael Veraza, in un’intervista ad ABC News, ha raccontato che sabato mattina un’unità della Border Patrol si sarebbe avvicinata alla sua auto, spruzzando spray al peperoncino verso l’abitacolo dove si trovavano lui e la figlia Arianna, di un anno.
Veraza, che è asmatico, ha avvertito immediatamente difficoltà respiratorie, mentre la bambina ha fatto fatica ad aprire gli occhi. Entrambi sono stati portati in ospedale per accertamenti e dimessi dopo un breve ricovero. Le autorità federali descrivono un contesto operativo altamente volatile, con agenti attaccati con colpi d’arma da fuoco, mattoni e veicoli.
Le versioni sull’uso dello spray al peperoncino divergono nettamente. La vicesegretaria del DHS, Tricia McLaughlin, ha negato l’uso di controllo della folla o di spray al peperoncino nel parcheggio del Sam’s Club. Tuttavia, il padre sostiene il contrario, affermando che lui e la figlia siano stati direttamente esposti all’agente urticante. Ad oggi, non esiste una ricostruzione ufficiale che concili le due narrazioni.
Un filmato circolato sui social ha mostrato frammenti dell’operazione, innescando un’ondata di indignazione. Nonostante non chiarisca ogni dettaglio, il video è diventato centrale nel dibattito pubblico, con richieste di maggiore trasparenza e di accesso a eventuali registrazioni ufficiali degli agenti coinvolti.
La tensione a Chicago era già alta a causa di una serie di operazioni federali. L’Indivisible Chicago Alliance ha organizzato una giornata di mobilitazione, distribuendo kit “ICE watch” e promuovendo workshop sui diritti legali. Il DHS ha definito “rivoltosi” alcuni dei soggetti coinvolti negli scontri, annunciando nove arresti.
L’episodio si colloca a pochi giorni da un inasprimento dei limiti all’uso della forza da parte degli agenti impegnati nell’applicazione delle leggi sull’immigrazione. Le organizzazioni per i diritti civili chiedono che l’indagine valuti la proporzionalità delle misure adottate e la conformità ai nuovi standard.
Numerosi interrogativi rimangono senza risposta: chi ha autorizzato l’uso di spray urticante in un’area affollata, quali protocolli sono stati seguiti, e se esistono registrazioni ufficiali dell’operazione.
La richiesta di trasparenza da parte di comunità e difensori dei diritti è forte, mirando alla pubblicazione dei filmati in possesso delle autorità e alla chiarezza sugli eventi accaduti. La narrazione opposta delle parti alimenta una frattura di fiducia che va oltre il singolo episodio, toccando il rapporto tra forze dell’ordine federali e comunità urbane.
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